Back to the Wine: a Venezia si degusta artigianale e di nicchia

andrea marchetti back to the wine

Tra i principali eventi dedicati al vino a livello nazionale spicca per il mese di novembre ‘Back to the Wine’, che prende vita a Venezia, presso il Terminal 103 della Stazione Marittima, il 12 e 13 novembre. Si tratta di una due giorni dedicata ai vini artigianali e di nicchia provenienti da tutta Italia e dall’estero, secondo una selezione firmata da Andrea Marchetti, che ha raccolto le migliori  produzioni d’eccellenza, piccole, in media tra le 15.000 e le 20.000 bottiglie, e molto preziose.

L’idea è quella di un evento, che dal 2016 è divenuto negli anni punto di riferimento in Italia per produttori, distributori e amanti di vino artigianale e food gourmet, che permette di scoprire prodotti di nicchia autentici, che si trovano quasi solamente nel settore artigianale, tenendo conto dei valori presenti dietro alle migliaia di etichette in degustazione.

Appassionato di vino da più di vent’anni, vivendo tra l’Emilia e la Romagna, Marchetti s’è avvicinato a questo ambito per semplice curiosità, entrando progressivamente e in modo sempre di più specializzato all’interno del complesso ed appassionante mondo del vino, dapprima seguendo i percorsi più classici, ma poi arrivando ad elaborare l’idea che il vino non può essere solo “un oggetto da punteggiare su una guida o da partecipazione a concorsi”, e a considerare sempre di più il vino come figlio di un atto agricolo in vigna e di un atto ‘creativo’ in cantina. Da qui il suo avvicinamento al mondo del vino ‘naturale’ e ‘artigianale’, alle piccole produzioni anche in un ambito di ecosostenibilità. Fino a ideare ‘Back to the Wine’ ovvero ‘Ritorno al Vino’, nell’accezione di una produzione artigianale e non ‘omologata’, secondo la tradizione.

Al grido di ‘Meno intervento in vigna e in cantina e più sostenibilità nei metodi produttivi’ sono tanti gli appassionati di quelli che sono definiti anche ‘vini secondo natura’ o ‘vini veri’. Si tratta prodotti ottenuti nel modo più puro possibile, senza essere ‘aggiustati’ per rispondere ad esigenze di mercato. In particolare escludono l’utilizzo di sostanze chimiche, l’aggiunta di lieviti o enzimi ad aiutare la fermentazione, l’addizione di zuccheri o mosti concentrati. La raccolta delle uve è manuale e il vino ottenuto non viene sottoposto a chiarificazione e microfiltrazione, unica aggiunta ammessa è la solforosa, in percentuale però minima, intorno a un quinto, rispetto a quella consentita per i non naturali, anche se poi alcuni produttori direttamente la evitano. Il vino naturale viene considerato, dagli appassionati di questo genere, più sincero e originale rispetto a quello realizzato coi metodi tradizionali, migliore per la salute e per i portafogli, nonché per l’impatto ambientale. Non ha riconoscimento giuridico come il biologico e il biodinamico, perciò l’unica garanzia di appartenenza a questo tipo di produzione è data dalla conoscenza diretta dei produttori, delle vigne, delle cantine. Anche per queste ragioni l’interesse crescente nel pubblico di eventi nazionali dedicati, se ne contano almeno una ventina l’anno, come ‘Back to the Wine’.

Maria Vittoria Grotteschi

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